Ci sono evasori fiscali in tutti i paesi perché il dispiacere di pagar tasse è profondamente umano. Ma si dice che gli italiani siano più inclini di altri popoli a questo vizietto. Perché?
Devo rievocare antichi ricordi, la figura di un vecchio padre cappuccino di grande umanità, dottrina e bontà, a cui ero molto affezionato. Ora questo amabile vegliardo, nel comunicare a me e ad altri giovani i principi dell’etica, ci aveva spiegato che contrabbando ed evasione fiscale, se sono peccati, lo sono in modo veniale perché non contravvengono a una legge divina, bensì solo a una legge dello Stato.
Avrebbe dovuto ricordare sia la raccomandazione di Gesù di dare a Cesare quel che è di Cesare, sia quella di San Paolo ai Romani nello stesso senso. Ma forse sapeva che, nei secoli passati, alcuni teologi avevano sostenuto che le leggi fiscali non obbligano in coscienza, ma soltanto in forza della sanzione. Però, nel riportare oggi questa opinione, Luigi Lorenzetti, direttore della «Rivista di Teologia Morale» commenta: «Si fa torto, però, a quei teologi se si ignora il contesto sociale ed economico che li ha indotti a inventare tale teoria. L’organizzazione della società non era per niente democratica; il sistema fiscale ingiusto, i tributi abusivi opprimevano i poveri».
Infatti il mio cappuccino citava un altro caso, quello della «compensazione occulta». In parole semplici, se un lavoratore ritiene di essere ingiustamente sottopagato, non fa peccato se sottrae tacitamente quel di più a cui avrebbe diritto. Ma solo se la sua paga è evidentemente iniqua e gli si nega la possibilità di appellarsi alle leggi sindacali. Però su un argomento del genere lo stesso san Tommaso aveva certi dubbi. Da un lato «[in una tale situazione] uno può soddisfare il suo bisogno con l’appropriazione, sia aperta che occulta, della roba altrui. E non per questo commette furto o rapina».
Dall’altro «chi prende la propria roba a chi la detiene ingiustamente, pecca non già perché fa un torto
al detentore… ma pecca contro la giustizia legale non rispettando le regole del diritto». E sulle regole
del diritto san Tommaso aveva idee chiare e severe, e non avrebbe concordato con Berlusconi quando
diceva che i cittadini erano da comprendere se evadevano un fisco troppo avido.
Tuttavia la sua concezione del diritto di proprietà era cattolicamente più «sociale», in quanto la proprietà era da considerarsi giusta «quanto al possesso» ma non «quanto all’uso»: se io ho un chilo di pane acquistato onestamente ho diritto di esserne riconosciuto proprietario, ma se accanto a me c’è un barbone che muore di fame dovrei dargliene la metà. Fino a che punto l’evasione è compensazione occulta?
Il cappuccino di cui dicevo prima non scendeva in sottigliezze casuistiche, e si limitava a dire che evasione e contrabbando attentano «soltanto» contro le leggi dello Stato. E in questa posizione mi pare riflettesse una educazione che aveva ricevuto da giovane, per cui lo Stato era tanto cattivo che non bisognava dargli retta. Si vede che qualcosa di queste antiche idee è rimasto nel Dna del nostro popolo.
Testo adattato da Umberto Eco. L’Espresso (6 settembre 2012), p. 150
quel di più: Quella certa quantità complementare.iniquo: Ingiusto.sindacale: Che tutela i diritti dei lavoratori.barbone: Vagabondo, mendicante.
Comprensione del testo
Per ciascuna delle domande seguenti, scegliete la risposta giusta. Attenzione: soltanto UNA risposta è corretta.
1. Parlando di evasione fiscale in Italia, Umberto Eco deve «rievocare antichi ricordi» perché
■ è un vizio di altri tempi.■ in altri tempi la Chiesa la aveva stimolato.■ aveva quasi dimenticato che cosa sia.
2. Quale delle seguenti alternative equivale per senso a «Ora questo amabile vegliardo…»?
■ Adesso, questo amabile vegliardo…■ Nei nostri giorni, questo amabile vegliardo…■ Nessuna delle alternative proposte va bene.
3. La frase «le leggi fiscali non obbligano in coscienza, ma soltanto in forza della sanzione» significa che
■ se si può non pagare, è giusto non farlo.■ le leggi fiscali sono abusive.■ ai teologi non importa niente delle leggi umane.
4. Secondo Luigi Lorenzetti, l’affermazione precedente
■ dimostra la scarsa sensibilità sociale della Chiesa.■ risponde al panorama politico italiano.■ è scusabile in un teologo.
5. La forma di compensazione di cui parla Umberto Eco si chiama occulta proprio perché
■ il lavoratore è sottopagato.■ la paga è iniqua.■ tale forma di compensazione è peccato.
6. Di fronte agli evasori, Berlusconi si mostra
■ critico.■ indifferente.■ incredulo.
7. Seguendo il ragionamento di Eco si potrebbe considerare che evasione fiscale e compensazione occulta
■ per san Tommaso erano praticamente la stessa cosa.■ sono due forme diverse di commettere furto.■ sono lo stesso principio, formulato però in epoche diverse.
8. Secondo Eco, l’evasione fiscale è un «vizietto» italiano
■ per una predisposizione genetica.■ dato il peso della Chiesa nella società italiana.■ per colpa di un fisco storicamente abusivo.
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