Ora i compiti sono più difficili

Ora i compiti sono più difficili

Sorprendenti risultati di un sondaggio inglese

Sette genitori inglesi su dieci non sanno fare i compiti dei loro figli che frequentano le scuole medie. Lo hanno confessato, con un po’ di vergogna, rispondendo a un sondaggio del Dipartimento governativo anglosassone per L’Educazione, alla vigilia dell’inizio del nuovo anno scolastico. “Quando i nostri ragazzi tornano a casa con un compito d’inglese o di matematica non sappiamo come aiutarli” hanno ammesso mestamente. “Così siamo costretti a rinunciare a dare loro una mano e a lasciare che se la cavino da soli, con il rischio però che il giorno dopo prendano un brutto voto”. Ma non è per ignoranza che le mamme e i papà britannici ammettono la loro sconfitta, anche perchè molto spesso si tratta di genitori diplomati o addirittura laureati, più o meno giovani e appartenenti persino a ceti sociali elevati. “I programmi scolastici di questi anni risultano completamente diversi da quelli dei nostri tempi, le terminologie usate sono del tutto differenti e noi così non ci riconosciamo più con ciò che viene insegnato ai nostri figli. Quindi non siamo in grado di aiutarli a risolvere problemi di matematica o gli esercizi di grammatica” hanno spiegato rispondendo alle domande del sondaggio. Dalle risposte fornite emerge che un genitore su cinque rimane sempre sorpreso davanti alle difficoltà dei compiti assegnati ai figli e che nove su dieci si mostrano dispiaciuti di tale incapacità di aiutarli perchè sono convinti che i consigli di mamma e papà possano contribuire a ottenere risultati scolastici migliori. E in Italia cosa accade? I nostri genitori sono in grado di aiutare i figli nei compiti oppure si trovano ad affrontare le medesime condizioni di quelli inglesi? Da noi non sono state fatte statistiche specifiche su questo tema, ma basta domandare a un insegnante o a un padre o a una madre per scoprirlo. “Anche i genitori italiani non sanno fare i compiti, anzi non sanno nemmeno da che parte cominciare”, rivela la scrittrice Paola Mastrocola, professoressa di Lettere in un liceo scientifico di Torino, che ha trattato pure questo argomento nel suo ironico saggio La scuola raccontata al mio cane, edito da Guanda e diventato un vero best seller. “Il problema è che non soltanto sono cambiati i programmi ma, il che è peggio, si è modificato completamente il lessico, cioè il modo di denominare, per esempio, gli elementi base della grammatica e della matematica, e questo fa nascere una grande confusione nella testa dei genitori. Un esempio? Se un ragazzo torna a casa e chiede: “Mamma, mi aiuti a trovare l’espansione dell’oggetto?”, è molto probabile che sua madre non sappia che il figlio vuole cercare semplicemente il predicato verbale o il complemento oggetto di una frase, che adesso a scuola si chiamano così”. E’ la terminologia, quindi, a essere cambiata e ormai consiste non solo di parole ma anche di segni: il vecchio, caro riassunto ora si chiama analisi narratologica, l’analisi logica si definisce analisi simbolica ed è fatta segnando con quadretti e cerchietti i verbi, i soggetti e gli aggettivi di un testo, mentre la matematica può essere del certo o del probabile, ovvero, traducendo, riguardare affermazioni del tipo vero o falso oppure affermazioni di tipo statistico.
Chi ha avuto la bella pensata di rendere la vita impossibile ai genitori abituati a un linguaggio più facile e comprensivo? “Non dipende dal ministero dell’Istruzione, il cui PUNTI compito è soltanto quello d’indicare i programmi scolastici” sostiene la professoressa Mastrocola. “E’ tutta colpa dei pedagogisti e dei linguisti che, negli ultimi trent’anni, hanno ritenuto di dovere svecchiare il linguaggio puntando su termini tecnici con l’idea di renderlo più colto, senza accorgersi che così hanno fatto perdere la poesia e il senso della bellezza a molte materie, l’italiano in particolare. E, da un po’ di tempo, pure i libri di testo si sono adeguati alla nuova terminologia, gettando nello sconforto i genitori che non sono più in grado di seguire i figli quando svolgono i compiti a casa e vi rinunciano, anche per evitare di essere tacciati d’ignoranza dai loro bambini”. D’altra parte abbiamo chiesto al professor Paolo Crepet, psichiatra esperto di problemi giovanili. “Aiutarli a fare i compiti li danneggia molto perchè li rende insicuri”, afferma. “Fin dalle elementari, consiglio di abituare i bambini a farli da soli e a prepararsi alle interrogazioni senza avere accanto qualcuno con cui ripetere gli argomenti, magari un adulto che suggerisca pure loro come risolvere gli esercizi o che cosa scrivere in un tema” Gli chiediamo se si può fare un’eccezione nel caso che siano molto impegnativi: “Meglio evitarlo. Lasciate che si arrangino da soli. Anzi, se il ragazzo è alle prese con un compito difficile raccomando di lasciarlo andare a scuola correndo il rischio di prendere un brutto voto. Quell’insufficienza lo aiuterà a crescere molto più di un bell’otto strappato senza fatica grazie agli “aiutini” di mamma e papà, ammesso che sappiano darglieli”.
© Dipiù. 2006


Leggete il testo e inserite la risposta giusta (a, b o c) nella casella bianca. C´è una sola risposta giusta. La domanda 0 è un esempio.

0. L’idea principale del testo è
a. i nuovi termini dei libri scolastici
b. il cambiamento che hanno sofferto i programmi
c. la preoccupazione dei genitori riguardo i compiti dei figli

1. Secondo Paola Mastrocola
a. i libri di testo sono meno chiari
b. la terminologia è cambiata dieci anni fa
c. si è perso il senso poetico in tutte le materie

2. I libri di testo
a. danno retta ai pedagogisti
b. seguono i dettati del ministero
c. sono più divertenti di quelli di una volta

3. I nuovi programmi scolastici
a. chiariscono meglio i concetti
b. parlano spesso del ruolo dei genitori
c. usano altri vocaboli

4. I genitori italiani
a. chiedono lezioni private per i figli
b. non riescono ad aiutare i figli
c. sono nella maggior parte diplomati e laureati

5. I bambini
a. accusano i loro genitori d’ignoranti
b. devono studiare da soli
c. possono ricevere aiuto per fare i compiti difficili


RISPOSTE

  1. A
  2. B

+EXÁMENES RESUELTOS

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