Non ho paura del mare perché amo la sua forza e il suo mistero

Regata in solitario intorno al mondo

È stata la prima velista-record alla regata in solitario intorno al mondo, senza scalo. Ora Isabelle Autissier racconta le sue sfide.

Io un’eroina? Ma no, sono normalissima: vado a fare la spesa, cucino… Ho soltando avuto una grande fortuna: sapere fin da bambina cosa avrei fatto nella vita ed essere riuscita a realizzare il mio sogno. Non so spiegare dove è nata la mia passione per il mare e la vela. Ricordo soltanto che quando andavo in barca con i miei genitori in Bretagna, mi piacevano i profumi, i colori, non avere terra intorno, il contatto diretto con la natura e il profondo senso di libertà. Così a 31 anni ho costruito la prima barca a vela per vivere navigando. Ma non potevo certo immaginare che avrei vissuto quello che mi è successo: il giro del mondo in solitario, le regate vinte, i naufragi, la morte a un passo. Ho deciso di regatare soltanto dopo la vittoria alla Minitransat (1987). Mi è piaciuto. E nel 1991, sono stata la prima donna velista a portare a termine un giro al mondo in 139 giorni e 4 ore nel corso della Boc Challenge, la regata intorno al mondo senza scalo.
Certo quando si è in gara le emozioni sono diverse da quando vai per mare per diletto. In competizione devi reggere la sfida con il tempo e con te stessa. E tenere testa agli altri. Tutto è finalizzato alla vittoria: la concentrazione è massima, studi la tattica ogni istante tenendo d’occhio il vento e il mare. C’è molta tensione ed eccitazione. Oggi non è più il mio “lavoro”, partecipo solo a regate minori. So che la mia vita non è comune, ma per me è normale alzarmi, guardare il mare, controllare la barca, capire il vento, salutare un delfino. Certo, talvolta è pericolosa. Ma io il mare lo conosco e non lo combatto. Rispetto sempre la sua forza e il suo potere. Immenso. Sempre. Questo rende interessante tutta la mia esistenza. Anche quando sono in mezzo all’oceano, e tutto è più difficile.
Qui ho scoperto che so fare più cose di quante immaginassi. Perché? Perché devo. Sto male? Ho il ciclo mestruale? Navigo fino a quando resisto e poi uso tutta la strumentazione elettronica che ho per stare in sicurezza. Ho messo a punto “il mio sonno” con un medico: dormo 20 minuti ogni mezz’ora. La solitudine? È la mia vita. Non mi sento sola, parlo con le onde, la mia barca, le nuvole. Certo via e-mail “parlo” con gli amici. Ma loro che possono fare se io sono giù? È raro comunque che io sveli quello che provo... Le mie emozioni le conosco, non mi spaventano. La più forte? L’angoscia e la calma insieme quando ho disalberato nell’Oceano Indiano durante la Around Alone del 1999. Ho lanciato l’Sos e ho aspettato. Perché si è vivi fino a quando non si è morti. Poi mi ha salvato Giovanni Soldini. E abbiamo brindato!
©Testo adattato da Geo, settembre 2007


Leggete il testo e inserite la risposta giusta (a, b o c) nella casella bianca. C´è una sola risposta giusta. La domanda 0 è un esempio.

0. Da quando era bambina
a. sapeva che aveva delle condizioni adatte
b. sapeva ciò che voleva fare da grande
c. si è sentita speciale

1. Quando da piccola navigava
a. amava tutto quello che c’era intorno
b. preferiva andarci senza i genitori
c. soffriva di vertigine

2. Ha deciso di partecipare alle regate
a. dal 1987
b. dopo che ha vissuto tante esperienze
c. dopo la vittoria al Bloc Challenge

3. Isabelle Autissier
a. adesso conduce una vita tranquilla
b. preferisce le competizioni che navigare per piacere
c. sente ammirazione per il mare

4. Quando naviga
a. parla con gli amici per radio
b. si isola completamente dal mondo
c. si sente sempre accompagnata

5. Dopo un grave incidente
a. ha celebrato la sua salvezza
b. ha smesso di regatare
c. ha sposato il regatista che l’ha aiutata






RISPOSTE

1-A
2-B
3-C
4-C
5-A


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